“SEGNI” in mostra a Centuripe, in Sicilia

CULTURA

“SEGNI” in mostra a Centuripe, in Sicilia dal 4 luglio al 17 ottobre 2021

Foto Riparo Cassataro

Dal 4 luglio al 17 ottobre 2021 è visitabile a Centuripe, cittadina a metà strada tra Enna e Catania, il primo Centro Espositivo con la mostra “SEGNI. Da Cézanne a Picasso, da Kandinskij a Mirò, i maestri del ‘900 europeo dialogano con le incisioni rupestri di Centuripe”, a cura di Simona Bartolena. Una Sicilia ricca di tesori, che meritano di essere valorizzati a partire dai piccoli centri urbani come Centuripe.

“Segni” è un progetto ambizioso, che già nel titolo racchiude molteplici intuizioni e significati. Segni intesi come gesti, azioni concrete che ogni buona amministrazione dovrebbe compiere nei confronti della propria comunità. Segni, ancor di più, intesi come tracce, testimonianze destinate a diventare storia, origine, identità, cultura, afferma Alberto Samonà, assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Les baigneurs (grande planche) di Paul Cezanne

Paul Cezanne, Les baigneurs (grande planche), 1896, litografia, 410 X 510 mm

L’intento è quello di rendere visibile al pubblico la straordinaria produzione grafica dei più importanti artisti del Novecento in un acceso dialogo con le testimonianze storiche ed antropologiche del territorio. Tra queste, emergono in particolar modo le pitture rupestri della Sicilia sud-orientale risalenti al periodo preistorico, presenti all’interno del sito archeologico Riparo Cassataro (scoperto nel 1976), custodito all’interno di una dimora privata e per la prima volta svelato al mondo. Questa tipologia di rappresentazione creativa è stata un’importante fonte d’ispirazione per molti artisti presenti in mostra. Infatti, i massimi protagonisti delle Avanguardie storiche di inizio Novecento si sono ispirati spesso all’arte africana e primitiva, dando vita al fenomeno del Primitivismo. In mostra è visibile anche il celebre Toro di Picasso. Con la decisione di ospitare tale mostra si valorizza il patrimonio culturale ereditato e si mette in luce il luogo in cui questa è allestita. Persone di tutta Italia hanno infatti collaborato nella realizzazione di questo progetto con i giovani di Centuripe, grazie anche al contributo di aziende del territorio siciliano.

Toro di Pablo Picasso

Pablo Picasso, Le taureau (Toro) – XI stato 17.01.1946, 1945, litografia, 290 X 375 mm

La mostra, patrocinata dall’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, dall’Assessorato regionale turismo Regione Sicilia e dal Comune di Centuripe, nasce da un progetto di Enrico Sesana, prodotta da Vidi Cultural S.r.l. e realizzata grazie al contributo dell’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) e dell’Assessorato regionale turismo Regione Sicilia. “Ringraziamo per la sponsorizzazione LuxEsco e Barbera International,  per il supporto Verzì Caffè e il Consorzio Utenza Acqua “Aragona”, e Crimi per l’Edilizia per il supporto tecnico. Ringraziamo infine anche l’Istituto Alberghiero “Don Pino Puglisi” per il servizio di catering”.

 

Centuripe presenta una pianta a forma di stella ed è arroccata su un sistema montuoso che si affaccia di fronte all’imponente vulcano Etna. Il progetto del nuovo centro espositivo comunale, denominato “L’Antiquarium, è quello di diventare uno dei fiori all’occhiello della nuova politica culturale del Paese, presentando di volta in volta diverse produzioni artistiche alle nuove generazioni. Una necessità che fino ad ora risultava secondaria. Lo spazio è uno dei più interessanti del territorio a livello storico, chiostro di un ex convento agostiniano costruito nel Cinquecento. Nel corso del tempo ha cambiato destinazione, tant’è che è stato sede dell’Antiquarium comunale fino al Duecento.

 

In mostra sono esposte 82 opere, tutte originali – alcune rare, se non uniche -, che propongono un percorso nell’opera dei Peintres-graveures (pittori-incisori) dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra. Il fine è quello di sottolineare il ruolo delle tecniche di stampa nell’evoluzione dei linguaggi, degli stili e delle modalità espressive dei movimenti avanguardistici europei del secolo scorso e dei loro esponenti. Una sorta di excursus della storia dell’arte del primo Novecento europeo che inizia simbolicamente a fine Ottocento con l’opera di personaggi chiave per gli sviluppi dell’arte nei decenni successivi. Per citarne alcuni, Paul Cézanne (1839-1906) e Toulouse-Lautrec (1864-1901); per poi proseguire tra i movimenti d’avanguardia e i loro principali interpreti: da Pablo Picasso (1881-1973) a Henri Matisse (1869-1954), da Max Pechstein (1881-1955) a Otto Dix (1891-1969), da Vasilij Vasil’evič Kandinskij (1866-1944) a Paul Klee (1879-1940), da Joan Mirò (1893-1983) a Alberto Giacometti (1901-1966), da Hans Hartung (1904-1989) a Jean Dubuffet (1901-1985), da Emilio Vedova (1919-2006) a Lucio Fontana (1899-1968).

Jeanne Granier di Henri De Toulouse-Lautrec

Henri De Toulouse-Lautrec, Jeanne Granier, 1898, litografia, 293 X 240 mm

Questi “grandi nomi” appena citati non considerano la stampa come un banale mezzo di riproduzione e diffusione di un’immagine, ma come un’opera d’arte tout-court. Una stampa ancora troppo poco considerata dal grande pubblico in Italia, vittima di pregiudizi senza fondamento, come sottolinea la curatrice Simona Bartolena. Si tratta di artisti che utilizzano le tecniche di stampa con la stessa mentalità e intenzione con cui impugnano un pennello, una tavolozza o i colori a olio. In questo senso, “la ricerca va ben oltre la pittura”. Per Picasso, Mirò, Morandi o il gruppo degli artisti di Die Brücke, per citare solo alcuni, la realizzazione di opere a stampa costituisce un importante momento di sperimentazione creativa.

á la santé du serpent di Joan Mirò

Joan Mirò, á la santé du serpent, 1954, litografia a colori, 280 X 190 mm

Nel sito archeologico del Riparo Cassataro, anfratto roccioso costituito dall’accatastamento di enormi blocchi di arenaria, s’individuano due serie di pitture: una più evidente in ocra rossa e l’altra più sbiadita di colorazione nera. Quest’ultima, più visibile in foto all’infrarosso, rappresenta un bue con lunghe corna e una figura antropomorfa che abbraccia un tamburello; è ritenuta la più antica, risalente al neolitico per stile e ritrovamenti ceramici nei pressi della rocca. La scena in ocra rossa, invece, sembrerebbe appartenere a un periodo più tardo, con buona probabilità all’età del bronzo. S’individuano una serie di figure antropomorfe, da sinistra verso destra, con un grado di semplificazione e astrazione crescente. Le figure prima provviste di arti vengono poi semplicemente raffigurate come dei quadrati smussati muniti di testa all’interno. La curiosa forma sembra dovuta ad una stilizzazione di persone oranti o in festa con le braccia alzate. Le figure antropomorfe si distribuiscono attorno ad un grande disegno centrale che ne costituisce il fulcro molto complesso che, al momento, non ha fornito elementi chiari di decifrazione. Potrebbe rappresentare una grande costruzione, forse una capanna/un sacello oppure una figura importante come una divinità o una persona di rilievo della comunità. Il disegno mostra alcuni tratti in comune con le figure stilizzate antropomorfe, ma presenta una maggiore ricchezza e complessità dovuta anche ad una struttura a reticolo che potrebbe rappresentare le maglie di una veste. Infine, nel riparo si distingue una parte del basamento dove è evidente una numerosa serie di coppelle scavate di probabile utilizzo cultuale.

Foto Riparo Cassataro_dettaglio

Riparo Cassataro

 

 

Ginevra Poli

 

Foto di: Ufficio Stampa Davis&Co.

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