«Jeff Koons. Shine» a Palazzo Strozzi

CULTURA

Jeff Koons. Shine: Palazzo Strozzi a Firenze, dal 2 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022

Jeff Koons - Shine

Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte. (Jeff Koons)

Jeff Koons - Shine

Jeff Koons. Shine

Jeff Koons: Shine

Con Jeff Koons: Shine (2 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022) continua la serie di mostre di Palazzo Strozzi a Firenze dedicate ai più importanti protagonisti dell’arte contemporanea. A cura di Arturo Galansino e Joachim Pissarro, l’esposizione porta a Firenze una selezione delle più celebri sculture e installazioni di un artista che, dalla metà degli anni Settanta ad oggi, si è affermato tra le figure più importanti e controverse del mondo dell’arte.

L’opera di Koons: tra splendore e bagliore

Jeff Koons, Balloon Dog (Red), 1994 - 2000, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente, cm 307,3x363,2x114,3

Jeff Koons, Balloon Dog (Red), 1994 – 2000, acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente, cm 307,3×363,2×114,3

Il lavoro di Koons ha infatti da sempre suscitato un ampio dibattito critico, ottenendo al contempo uno straordinario successo. La sua attività coinvolge una vasta gamma di discipline: la storia dell’arte, la filosofia, la psicologia, unita alle influenze storiche, pop, concettuali e postmoderne per dimostrare come l’opera d’arte agisca come metafora più ampia della società.

Sviluppata in stretto dialogo con l’artista, la mostra ospita prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, proponendo come originale chiave di lettura dell’arte di Koons il concetto di shine (lucentezza), inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire. La lucentezza dei suoi materiali è infatti un fenomeno che cattura e affascina l’occhio, al pari di una pietra preziosa. Interessante è anche notare il fatto che la parola inglese derivi a sua volta dal tedesco schein (apparenza). L’apparenza è intesa come completamente opposta alla realtà, così come “sembrare” non è “essere”.

 

Il concetto filosofico di “Schein”

Considerando il concetto filosofico di “Schein”, le opere della mostra sottolineano come l’arte sia un’esperienza viscerale che coinvolge i sensi. Il brillante acciaio inossidabile e i colori vibranti portati a una finitura a specchio elevano gli stati d’animo, creano sentimenti di euforia e producono esperienze intensificate della realtà. Le sue superfici luminose forniscono un segnale visivo, che attesta la presenza dello spettatore nello spazio, ricordandogli che fa parte di una comunità e di un dialogo più ampio. Questo è ciò che Koons descrive infatti come “connessione”:

 

Collegare il presente al passato significa continuare a legare le persone alla memoria biologica. È diverso dall’istinto, ma simile: portiamo le informazioni con noi in un modo molto profondo, e questa forza di connessione è una narrativa potente. (Jeff Koons)

 

La mostra a Palazzo Strozzi

Jeff Koons, Rabbit 1986, acciaio inossidabile, cm 104,1x48,3x30,5

Jeff Koons, Rabbit 1986, acciaio inossidabile, cm 104,1×48,3×30,5

Ironico, controverso e discusso, Jeff Koons porta a Palazzo Strozzi oltre 40 anni di carriera: le sue scintillanti sculture in acciaio inossidabile che replicano oggetti di lusso (ad esempio, il Baccarat Crystal Set, 1986), i suoi iconici gonfiabili (ad esempio, i Rabbit, 1986 e Balloon Dog (Red), 1994-2000), e ancora i suoi dipinti iperrealistici. Uno specchio brillantemente ottimista del mondo.

Jeff Koons, Hulk (Tubas) 2004 – 2018, bronzo policromato e ottone, 247x210x122,2

La mostra evidenzia questi aspetti del suo lavoro attraverso la re-interpretazione di personaggi della cultura pop (ad esempio, Hulk (Tubas), 2004-2018) o la re-invenzione dell’idea di ready-made con l’utilizzo di oggetti di uso comune (ad esempio, One Ball Total Equilibrium Tank (Spalding Dr. JK 241 Series), 1985).

La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Main Partner: Intesa Sanpaolo.

 

 

 

Ginevra Poli

Foto di: Hubbinar

 

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