Henry Moore. Il disegno dello scultore

Museo Novecento (Firenze)

dal 18 gennaio al 22 agosto 2021

Mostra_HenryMoore15

A quasi cinquant’anni dalla memorabile esposizione al Forte di Belvedere che vide protagonista il maestro della scultura inglese, Henry Moore torna a Firenze.

Come? Attraverso Henry Moore. Il disegno dello scultore, mostra visitabile dal 18 gennaio al 22 agosto 2021 all’interno del Museo Novecento, culla dell’arte contemporanea fiorentina, e curata da Sebastiano Barassi (Head of Henry Moore Collections and Exhibitions) e Sergio Risaliti (Direttore del Museo Novecento). La mostra, organizzata in collaborazione con la prestigiosa Henry Moore Foundation e con il contributo di Banca Monte dei Paschi di Siena, esporrà una vasta selezione di disegni – circa settanta -, grafiche e sculture.

Come sottolinea Sergio Risaliti, l’esposizione è un dono alla città di Firenze e un appello alla forza dell’arte, in grado di risollevarsi dalla grave difficoltà umana e sociale, in cui si è ritrovata a causa della crisi pandemica. Allo stesso modo infatti, «Moore è stato un faro artistico nei giorni più bui della storia europea e le sue opere ne sono testimonianza».

Come dichiara ancora il Direttore del Museo Novecento, in mostra è possibile osservare capolavori dal carattere inedito, accuratamente selezionati per far entrare l’osservatore nel vivo della genesi concettuale e formale dello scultore. Egli, attraverso le sale che accolgono la mostra, paleserà il suo più intimo lato di disegnatore. Per Moore, il disegno ha un suo “vocabolario inconscio” con il quale comunica e genera idee per lo sviluppo futuro della scultura. Così, risulta evidente la connessione tra opera grafica di un artista emblematico del Novecento e tradizione rinascimentale fiorentina, uno dei filoni di ricerca essenziali per il Museo Novecento sin dal 2018. Henry Moore. Il disegno dello scultore sottolinea anche il legame stretto con il territorio: la Toscana, la Versilia, e ancor più Firenze, luoghi a cui lo scultore era legato sin dalla giovinezza.

«Henry Moore è infatti artista erede e interprete dell’umanesimo in arte. Ed è proprio con la sua arte, seppur ‘di avanguardia’, che ha saputo dare un contributo notevole alla genesi di un nuovo umanesimo artistico, definendo diversamente le nozioni di bellezza e forma: in rapporto con la natura e gli archetipi della conoscenza quanto mai attuali, rivelazioni figurative di grande empatia e poesia, che il pubblico potrà finalmente scoprire con la desiderata apertura dei musei», prosegue Risaliti.

La ‘natura’ è una tematica che sta a cuore a Moore. Con questo termine si fa riferimento ora alle rocce, ai ciottoli, alle radici e ai tronchi, ora agli animali, e ancora ai teschi e alla relazione tra creatore e materia, esemplificata dai disegni che ritraggono le mani dell’artista o l’artista a lavoro nel paesaggio, fulcro dell’intera mostra. Questi, alcuni tra i tanti motivi ricorrenti della sua produzione.

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Mostra_HenryMoore11

The Artist’s Hands (Le mani dell’artista), 1982
200 x 215 mm, HMF 82(314)
Carboncino, penna a sfera, matita a cera morbida
The Henry Foundation: acquisito 1987

The Artist’s Hands: Le mani sono un tema caro all’artista. Per Moore non costituiscono solamente uno strumento indispensabile dell’attività artistica, ma sono a loro volta un soggetto che consente di veicolare un ampio spettro di emozioni. Al motivo della mano viene inoltre ricondotta l’origine della creazione e della costruzione della forma nello spazio. Le mani come veicolo della connessione profonda, oltre lo sguardo, tra l’oggetto naturale e la coscienza interiore di esso.

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Nella sala al piano terra vi è infatti la presenza di un cranio di elefante proveniente dallo studio dell’artista, su cui lo scultore si è applicato per realizzare una serie di incisioni, che analizzano le forme da punti di vista differenti con molteplici soluzioni formali. L’idea nasce probabilmente da un’identica performance grafica di Picasso, letteralmente ossessionato dalla possibilità decostruttiva della figura di un toro.

Dunque, da un’attenta indagine sul rapporto di Henry Moore con il dato naturale e con i principi di ritmo e forma ad esso sottesi, verrà costruita una narrazione che parte dalla relazione tra l’immagine dell’artista e il paesaggio roccioso, per poi svilupparsi intorno allo studio della natura e delle vicendevoli mutazioni tra elemento naturale e figura umana, fino ad arrivare alla rappresentazione della forma primordiale.

Ad ogni modo, nel corso della sua attività, Moore si è confrontato non solo con la scultura primitivista ed extraeuropea e con le sperimentazioni formali e linguistiche delle avanguardie storiche, ma anche con la tradizione della grande arte italiana dei secoli precedenti, in particolare con quella dei maestri attivi a Firenze e in Toscana, i grandi artefici dell’umanesimo nell’arte.

Pertanto, Firenze sceglie ancora una volta di rendere omaggio all’artista con una mostra emozionante nel cuore della piazza di Santa Maria Novella. Henry Moore. Il disegno dello scultore vi aspetta.

 

 

Ginevra Poli

 

Foto di: Hubbinar

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