Allen Iverson prima di diventarlo

Allen Iverson

"Puoi avere tutto il talento del mondo, ma se non hai cuore, non ho bisogno che tu scenda in campo al mio fianco"

Tra gli atleti più emblematici e carismatici di quello che è stato il panorama cestistico americano a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, Allen Iverson e la sua storia meritano sicuramente un’attenzione particolare. Approdato nel 1996 all’interno della più importante e famosa lega di pallacanestro a livello professionistico degli Stati Uniti, la National Basketball Association, comunemente conosciuta come NBA, ha militato per la maggior parte della sua carriera nella squadra di Philadelphia, i 76ers, diventandone uno dei principali e più rappresentativi giocatori.

Quello che all’apparenza potrebbe essere considerato il naturale e regolare compimento di un percorso sportivo lineare, coronato con l’approdo in uno dei campionati sportivi più importanti al mondo, presenta al suo interno, in realtà, un cammino denso di difficoltà, cadute e problemi.

Nato nel 1975 ad Hampton, nello Stato della Virginia, da una ragazza madre afroamericana di soli quindici anni, cresce in un contesto familiare disagiato e difficile, con gravi problemi economici, in un quartiere diffamato all’interno del quale droga, violenza e armi rappresentavano la normalità.
Poco propenso alla regolare frequentazione della scuola e allo studio, è lo sport a salvare Allen da una vita alla quale sembrava ormai essere destinato: tuttavia, differentemente da quanto sembrerebbe normale aspettarsi, non il basket, bensì il football rappresenta la sua iniziale ancora di salvezza, grazie al quale ha modo di dimostrare il suo agonismo e la sua voglia di competitività, tratti distintivi del suo carattere. Il giovane Allen è un ottimo giocatore di football americano, tanto da avere un brillante e sicuro futuro davanti a sé, con il sogno di arrivare a giocare a livello professionistico.

Considerato inizialmente da lui stesso uno “sport per femminucce”, abituato alla maggiore fisicità del football, è grazie alla madre Ann, primo ed importantissimo punto di riferimento di Allen per tutta la sua vita, se Iverson entra in contatto con il basket, per il quale scopre in realtà di avere una propensione e un talento naturale straordinari. Per molti anni praticherà entrambi, raggiungendo, nel suo terzo anno alla Bethel High School, un notevole successo, trascinando la sua scuola alla vittoria, nello stesso anno, di due titoli statali in due discipline diverse: basket e football.

Proprio nel momento in cui sembrava destinato ad una definitiva consacrazione ecco che in realtà ad aspettarlo c’era il baratro più profondo. La sera del 14 Febbraio 1993 viene arrestato, insieme ad altri tre amici, categoricamente di colore, in un bowling di Hampton, in seguito ad una rissa che, nata per futili motivi, si trasformò in un ampio scontro che contrappose bianchi e neri: accusato di aver colpito una donna alla testa con una sedia, venne condannato a quindici anni di carcere. Fu costretto a saltare l’ultimo anno di high school, non poté giocare a basket e, da quel momento in poi, non giocò mai più una partita di football: tuttavia, dopo qualche mese passato in un istituto correzionale, gli fu concessa la grazia dal governatore della Virginia, venendo poi assolto per insufficienza di prove.

Dopo aver sfiorato la cima, fu costretto a ripartire dal fondo: tutti i migliori college degli Stati Uniti che si
erano interessati a lui, si allontanarono per poi dissolversi, preoccupati e spaventati per ciò che era successo. Toccò ancora una volta a sua madre Ann, la quale mai aveva dubitato del figlio, correre in suo aiuto: si recò all’università di Georgetown per incontrare lo storico allenatore della squadra di basket, John Thompson, il quale, convinto dalla madre che lo supplicò di concedergli un’occasione laddove nessun altro college aveva osato offrirgliela, decise di dargli una possibilità.
Fu una decisione che cambiò per sempre la vita di Iverson: egli ebbe modo, nei due anni passati a Georgetown, di mettere in mostra tutto il suo talento, fino ad approdare, nel 1996, in NBA, selezionato con la prima scelta assoluta dai Philadelphia 76ers.

“The Answer” era arrivato in cima.

 

Daniele Cruciani

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